mercoledì 14 dicembre 2011



“ Il fine giustifica i mezzi ”affermava Machiavelli nel Principe. Oggi mi chiedo anch’io fino a quando un fine possa giustificare un mezzo; e me lo chiedo oggi quando mi accingo ad analizzare un tema come quello delle “cellule staminali”.
 Negli ultimi anni il termine staminali è uno dei temi più caldi del panorama scientifico e non solo, tanto da esser considerato una delle controversie scientifiche* più dibattute.
Molteplici sono le posizioni su questo tema: si passa da quella scientifica, a quella etico-sociale per giungere a quella religiosa e politica; ed è proprio da quest'ultima che voglio partire.
cellule staminale adulte

martedì 13 dicembre 2011

IL PROBLEMA


La Corte europea  di Lussemburgo, il 18 ottobre 2011 (sentenza C-34/10* ), si è espressa in merito alla domanda presentata dalla Corte federale tedesca di Cassazione, alla quale si era rivolto il ricercatore tedesco Oliver Brüstle. Questo scienziato richiedeva che fosse ritirata la sentenza che gli impediva di utilizzare i suoi brevetti.




                 Vs













Molto probabilmente Oliver Brüstle, quando nel 1997 depositò il suo brevetto, non avrebbe mai immaginato di creare una tale controversia: semplicemente si era limitato a ricercare una possibile cura contro il morbo di ParkinsonIl brevetto riguardava un trattamento fondato sull'uso di cellule progenitrici neurali isolate e depurate, ricavate da cellule staminali embrionali umane allo stadio iniziale di blastociti, ovvero a cinque giorni dalla fecondazione.
I  problemi per questo scienziato iniziarono quando Greenpeace fece ricorso al tribunale tedesco per l’annullamento del brevetto e, dopo una prima sentenza a suo sfavore, lo scienziato decise  di fare ricorso in Cassazione tedesca, che, trovandosi in difficoltà, decise di rivolgersi alla Corte europea.


 La Corte però decise di rigettare il ricorso dello scienziato, esprimendosi in questi termini: “Sin dalla fase della sua fecondazione qualsiasi ovulo umano deve essere considerato come un “embrione umano” dal momento che la fecondazione è tale da dare avvio al processo di sviluppo di un essere umano” (normativa europea 98/44/  CE sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche).
In questo caso, tutta la questione gravita attorno alla definizione che si vuole dare del termine “embrione”, e qui la Corte intende il termine in senso lato; può quindi essere definito come tale:
-   un embrione non fecondato alla quale sia stato impiantato una cellula umana matura, oppure
-  - l’ovulo umano non fecondato il quale però è stato indotto a svilupparsi tramite partenogenesi (riproduzione sessuale “asessuata” perché comporta la  formazione di gameti, senza la fecondazione).
   Se si legge attentamente la sentenza, la situazione si complica quando si affronta il secondo punto: "Spetta al giudice nazionale stabilire, in considerazione degli sviluppi della scienza, se una cellula staminale ricavata da un embrione umano nello stadio di blastocisti costituisca un «embrione umano»". In sostanza in un primo momento la Corte elimina ogni possibilità di brevettatura, ma successivamente anche se in modo non esplicito rigetta la decisione ai singoli giudici nazionali.


 La Corte ha inoltre ritenuto opportuno chiarire che tale sentenza vale anche quando il brevetto ha come scopo la ricerca scientifica (non solo fini commerciali o industriali), per il semplice fatto che, nel momento in cui si è scelto di legare un’invenzione ad un brevetto, questo implica, in linea di principio, un possibile sfruttamento commerciale ed industriale della stessa ( nessuna casa farmaceutica sceglierebbe di investire soldi in qualcosa che non può usare a fini di lucro). Per questo motivo anche la ricerca scientifica non può avvalersi della protezione dei “diritti dei brevetti”.

L’unico spiraglio possibile, l’unico che viene lasciato dalla sentenza, appare quando il brevetto sia rivolto a fini terapeutici o diagnostici dell’embrione umano stesso. In altre parole , la Corte sostiene che un'invenzione non possa essere brevettata quando l’attuazione del procedimento richieda la distruzione di embrioni umani o la loro utilizzazione come materiale di partenza.


*http://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf?text=&docid=111402&pageIndex=0&doclang=it&mode=doc&dir=&occ=first&part=1&cid=554003

lunedì 12 dicembre 2011

CONTRARI E FAVOREVOLI

Sulla sentenza ci sono stati pareri contrastanti: 


Contrari:
Carlo Alberto Redi


Carlo A. Redi, genetista dell'università di Pavia, afferma che la sentenza sia frutto di un "pregiudizio sbagliato e di un'etica falsa". La Corte, sostiene, ha commesso degli errori fondamentali: primo l'embrione nucleare* non ha nessuna possibilità di svilupparsi, secondo in tutta Europa sono presenti embrioni congelati che devono essere distrutti, per questo, conclude, è meglio utilizzarli per la ricerca.


Lo stesso Oliver Brustel, dopo la sentenza, ha dichiarato che in questo modo si sono gettati anni di ricerca. 
Iam Wilmut, dell'Università di Edimburgo, presenta la situazione in questi termini:"Le compagnie europee ora saranno poco disposte ad investire [...] non potranno proteggere il loro prodotti", sottolineando come la sentenza crei dei problemi riguardanti i finanziamenti privati.


Elena Cattaneo
Quasi tutti i sostenitori di questa posizione si trovano concordi nel sottolineare che la conseguenza più importante di questa decisione sarà quella di spingere i ricercatori verso Paesi più tolleranti.
Come sottolinea  Elena Cattaneo: "Abbiamo fatto un regalo inaspettato a USA e Asia. Loro saranno in grado di brevettare, le compagnie investiranno laggiù e noi in Europa pagheremo per i farmaci che le loro scoperte eventualmente produrranno".


Infine, Christina Bernut riesce con poche frasi ad inquadrare al meglio la situazione; afferma, infatti, che la sentenza della Corte appare assurda vista la presenza di altri brevetti sui feti abortiti alla 12 esima settimana di gestazione. Ma allo stesso tempo riconosce che la tutela della vita è sicuramente uno dei beni fondamentali e per questo deve essere protetta. 
D' altro canto, sottolinea che non tutte le ricerche sugli embrioni devono essere necessariamente degli attentati alla dignità della vita. La Bernut conclude con delle accuse alla Corte europea sostenendo che se da una parte si vuole protegge la vita dell'embrione dall'altro si lede la dignità e la speranza di tutte quelle persone che sperano nella ricerca.


*(embrione nucleare: embrione che non proviene dallo sviluppo dell'ovocellula, ma dalla porzione del nucleo cellulare).




Favorevoli:
Dallapiccola Bruno


Non tutti i genetisti sono comunque a sfavore della sentenza: Bruno Dallapiccola, direttore scientifico  dell'ospedale Bambino Gesù, afferma che la decisione della Corte sia "di buon senso". Nella sua motivazione sostiene che nel momento in cui l'ovulo incontra lo spermatozoo iniziano già delle modificazioni chimiche che danno inizio alla vita e che l'embrione fin da subito deve essere considerato vita umana.








Elio Sgreccia
A favore della sentenza anche il Vaticano.  Elio Sgreccia, presidente dell'accademia Pro vita, afferma che la sentenza fa ritornare in gioco molti quesiti riguardanti la dignità dell'embrione (legge 40)*, come l'interruzione della gravidanza oppure la questione sulle pillole abortive. Se l'embrione umano ha tale dignità  davanti i brevetti, dichiara il Cardinale, la deve avere anche davanti a  qualunque interruzione tecnica da parte dell'uomo.


La Comece (commissione che riunisci gli episcopali d'Europa) ha definito la sentenza come "una pietra miliare nella protezione della vita umana nella legislatura europea ". Ferruccio Fazio in una delle sue ultime dichiarazioni ha affermato che con questa sentenza l'embrione sta sempre più acquisendo uno status di "soggetto giuridico autonomo".


Benedetto XVI, in occasione del convegno sulle cellule staminali adulte promosso dal Pontificio Consiglio della cultura, ha ricordato la sua gratitudine nei confronti della ricerca che ha permesso la cura di molte malattie spesso degenerative, ma ha anche ricordato che l'utilizzo delle staminali embrionali comporta un'offesa alla dignità dell'uomo perchè nessuno ha il diritto di togliere la vita. Parlando dei limiti che la ricerca scientifica deve rispettare, ha messo in guardia contro il «grave rischio che la dignità unica e l'inviolabilità della vita umana possano essere subordinate a considerazioni puramente utilitaristiche».
Nessun dubbio invece nei confronti dell'utilizzo delle staminali adulte. 
http://video.corriere.it/papa-benedetto-xvi-no-ricerca-cellule-staminali-embrionali/5fd881bc-0d44-11e1-






*(http://www.camera.it/parlam/leggi/04040l.htm)

domenica 11 dicembre 2011


Ma allora è impossibile in Europa fare ricerca?
No .
L’ideale, come forse era nelle intenzioni di Greenpeace, sarebbe lasciare libero spazio alla ricerca pubblica.
Ma ora come ora le casse degli stati nazionali non riescono a finanziare la ricerca; ed era proprio alla luce di questa carenza di finanziamenti che erano stati inventati i brevetti.

sabato 10 dicembre 2011

COSA DICE LA LEGISLATURA MONDIALE?

Dalle posizioni emerse fino ad ora, la principale paura è il rischio che la ricerca sulle staminali prosegua in altri Stati lasciando l'Europa in forte svantaggio. Attraverso un breve riassunto della legislatura mondiale proviamo a capire se davvero è cosi.


ITALIAà
Per quanto riguarda la conservazione dei cordoni ombelicali la legge vieta la creazione di banche private, ma ammette degli enti pubblici dove si può donare il cordone del proprio figlio per usi futuri in ambito delle malattie del sangue.
In Italia la legge che sancisce il divieto di ricerca sugli embrioni è la legge 40; nel 2005  fu indetto un referendum che chiedeva l'abrogazione della legge stessa. Uno dei punti fondamentali del testo riguardava l'utilizzo degli embrioni crioconservati e la clonazione assistita che la legge vieta; per tutti e quattro punti vinse il si, ma non si è raggiunse  il quorum (25% dei partecipanti) lasciando la legge in vigore. Qualsiasi violazione di queste legge comporta esclusione dall’albo e una pena che va dai 5 ai 10 anni di detenzione.
A causa di queste rigide normative, lo sviluppo nel campo delle cellule staminali è tale da lasciare i ricercatori italiani indietro coi tempi rispetto ad alcuni paesi esteri. 


FRANCIA à
Senato francese ha autorizzato nell' Aprile 2011 la ricerca regolamentata sull'embrione e le cellule staminali, nell'ambito del progetto di legge sulla bioetica.


GERMANIA à
 La Germania presenta una situazione piuttosto simile a quella italiana.
Difatti, la ricerca sugli embrioni umani è permessa solo se presenta vantaggi diretti per l’embrione e non lo danneggia. La legge inoltre vieta la produzione a fini di ricerca di questi; l’unico caso in cui è permessa la creazione è a fine riproduttivo (quelli non utilizzati verranno poi conservati e congelati per un certo lasso di tempo e poi distrutti). 

REGNO UNITO E BELGIO
 il loro diritto ha una  posizione giuridica alquanto permissiva. È legale utilizzare embrioni umani nella ricerca medica, anche se con leggi rigorose (devono essere in ogni caso distrutti nel arco di 14 giorni dalla fecondazione). È inoltre permessa la creazione di embrioni con fine di ricerca con il consenso dei donatori, dopo il quale esso può venire usato solo per la ricerca medica.
Di conseguenza è legale anche l’uso di embrioni per produrre cellule staminali e la clonazione detta terapeutica, destinata alla produzione di altre cellule staminali.


UNIONE EUROPEAà
  non presenta una legislazione specifica sull' argomento.


SUD AFRICA à
Nel 2004, il Sud Africa è diventata la prima nazione africana a creare una banca di cellule staminali. Prima di questo evento, il governo aveva introdotto una normativa di mantenimento del divieto della clonazione riproduttiva, ma che autorizzava la clonazione terapeutica di embrioni (a fini di ricerca medica).

CINA, COREA à
 Hanno vietato la clonazione umana a fini riproduttivi, ma permettono la creazione di embrioni umani per scopi di ricerca e terapeutici.


STATI UNITIà
 Nessuna legge ha mai vietato la ricerca sulle staminali, ma vi sono alcune restrizioni sui finanziamenti e l’uso. Le politiche riguardo a questo argomento sono differenti da Stato a Stato; in New Jersey, per esempio, è stata autorizzata la clonazione di embrioni a fini di sviluppo e raccolta di cellule staminali umane. In Arkansas, Indiana, Louisiana, Michigan, Nord Dakota e Sud Dakota si sono invece approvate leggi che proibiscono la creazione o la distruzione di embrioni umani per la ricerca medica.
Nel 2009 il presidente Obama ha  chiuso il capitolo sulle staminali, scegliendo di liberalizzare l’utilizzo dei fondi pubblici. Obama limita  la portata di tale intervento dichiarando che gli Stati uniti non faranno mai uso delle staminali per la clonazione umana.


Barack Obama
Se si vuole dare una risposta alla introduzione iniziale possiamo anche dire che Obama ha accompagnato questa sua decisione con questa frase: ”L’America guiderà il mondo verso le scoperte che questo tipo di ricerca potrà un giorno offrire”.




venerdì 9 dicembre 2011

CHE COSA SONO LE CELLULE STAMINALI?

Sono cellule primitive non specializzate (= non hanno ancora una funzione ben precisa), diverse da qualunque altro tipo di cellula del nostro organismo, sono in grado di riprodursi in modo pressochè illimitato  attraverso il  processo di "autorinnovamento". 
 Possono trasformarsi in diversi altri tipi di cellula del corpo, attraverso un meccanismo chiamato "differenziamento"  e distinguersi in :


  • totipotenti: danno luogo a tutti i tipi di tessuti
  • pluripotenti: possono dare luogo a tutti i tipi di tessuti, tranne per le cellule che compongono i tessuti extra-embrionali
  • multipotenti: sono in grado di dare origine solo ad alcuni tipi di cellule
  • unipotenti: che danno vita a solo un tipo di cellula
possono anche essere classificate in base alla loro sorgente :
  • fetali: sono ricavate dagli aborti (sia spontanei sia frutto di un' interruzione di gravidanza); hanno delle caratteristiche simili alle cellule embrionali. Possono dare luogo a differenti tipi di tessuto. Il loro utilizzo è permesso in quanto vengono considerate l'equivalente degli organi espiantati da cadaveri.
  • cellule staminali adulte: provvedono al mantenimento dei tessuti  e alla loro riparazione; la loro capacità di riproduzione non è illimitata, ma recenti studi hanno però dimostrato che sono anche i grado di produrre cellule diverse dal loro tessuto d'origine.
  • cellule amniotiche: vengono prelevate dal liquido amniotico che avvolge il feto durante la gestazione. hanno caratteristiche simili alle cellule embrionali e a quelle adulte. Posso differenziarsi un centinaio di volte  in varie tipologie di cellule.
  • del cordone ombelicale: in Italia è vietato conservare queste cellule in banche private, ma è possibile attraverso il pagamento di un' apposita tassa spedirle all'estero. Qui è consentito solo l'uso  inter-familiare, quando nel momento del parto nel neonato o nella famiglia sono presenti delle patologie che possono essere curate con l'utilizzo di queste cellule.
A questo punto manca l'ultima tipologia di cellule staminali, le staminali embrionali, e si deve riconoscere che la maggior parte dei problemi riguardanti l'uso delle staminali è da imputarsi a quest'ultima tipologia. Vediamo il perchè:
  • embrionali:  isolate dalla massa interna del blastocite. Sono di tipo totipotenti e per questo molto ambite per l'uso terapeutico contro le patologie umane; ma il loro utilizzo crea dei problemi bio-etici perchè il loro impiego comporta la distruzione dell'embrione stesso.
 Si può fare  un ulteriore distinzione in base all'origine:
- cellule embrionali eterologhe: si trovano nella parte  interna  dell'embrione prima dell'impianto nell'utero. Il dibattito, in questo caso, riguarda gli embrioni sovrannumerali rimasti non utilizzati nelle cliniche per la fertilità; questi dopo 5 anni dalla creazione non possono più essere utilizzati e per questo vengono distrutti. Gli scienziati chiedono quindi, visto che comunque sono destinati a morire, di poterli utilizzarle.


- cellule embrionali autologhe: sono prelevate dopo  che il nucleo della cellula adulta viene trasferito in un uovo privato del suo nucleo. Queste sono le cellule della clonazione terapeutica (possiedono lo stesso corredo genetico del donatore della cellula).

Cellule Staminali